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martedì 28 gennaio 2014

Serata tipo - Dolce, sangue e paura

L'altra sera due carissimi amici, Emanuele e Ilaria, ci hanno chiesto quale film si abbinasse meglio al dolce che stavano per mangiare. Tra le varie proposte, alla fine, hanno deciso di vedersi un bel film horror, perché, diciamolo, niente è più soddisfacente di spaventarsi con gli occhi e contemporaneamente deliziarsi col palato. Eccovi una serata con Salame dolce e The strangers. Dolce, sangue e paura.. Questa è per voi ragazzi!



La ricetta
Salame dolce






INGREDIENTI per 6 persone:

-         125 g. di zucchero;
-         125 g. di farina;
-         3 uova intere;
-         buccia di un limone grattugiata;
-         1 bustina di lievito per dolci (16 g.);
-         1 bicchiere di arkermes;
-         crema alla nocciola (Quella lì) 400 g.;
-         zucchero a velo (o cacao): q.b.

In alternativa alla crema di nocciola, si può realizzare una deliziosa farcitura a base di ricotta con: 500g. di ricotta; 2 cucchiai di zucchero, arkermes, pezzetti di cioccolato fondente.


PREPARAZIONE (30 minuti):

Montare le uova, lo zucchero, la farina, il lievito e la buccia del limone. Imburrare la teglia da forno e rovesciarci sopra l’impasto. Cuocere in forno caldo e ventilato a 180° per circa 10 minuti. Attenzione alla consistenza: il pan di spagna deve rimanere morbido.
Togliere dal forno, poggiare su di un panno umido, bagnare con l’arkermes, stendere sopra la crema alla nocciola (o diversa farcitura, con gli ingredienti sopra indicati e amalgamati per creare una crema soffice). Arrotolare velocemente, spolverare con lo zucchero a velo (o con il cacao). Far riposare in frigo. Tagliare il rotolo a fette quando è freddo.

Alessandro Ricchi



La recensione
The strangers







James e Kristen sono una giovane coppia che si vede costretta a passare la notte nell'isolata casa di campagna di lui. La tensione tra i due, nata dal rifiuto di Kristen di sposarlo, sfocia in un grave litigio che spinge James a chiamare un amico per farsi venire a prendere. Poco dopo bussano alla porta, ma non è affatto l'amico di James..
Bryan Bertino ha scelto, come base della sua opera prima, di raccontare un fatto di sangue realmente accaduto nel 2005. Niente torture alla Saw o alla Hostel, qui la suspence è data dall’inconsapevolezza di quello che sta per accadere. La tensione che si avverte ricorda Hitchcock: il gioco delle porte chiuse e del chissà che cosa possano nascondere dietro. Elemento acuito dalle maschere dei tre maniaci (una è simile a quella di The orphanage), i cui volti verranno mostrati solo ai due malcapitati e mai al pubblico che li scorge solo in lontananza. La suspence viene rimpolpata anche dalla scelta, ben meditata, di non far prevalere la solita musica da thriller, lasciando amplio spazio ai rumori provocati dagli “strangers” per spaventare la giovane coppia. Interessante, poi, il contrasto di alcune musiche allegre diegetiche (dal giradischi in scena), in contrasto con la suspence e la paura derivante dalla certezza che sta per accadere qualcosa di tragico, che rende quelle scene ancora più inquietanti.
La struttura del film è composta da un lungo flashback, racchiuso dalla scoperta da parte dei bambini della strage appena conclusasi; al suo interno, poi, si sviluppano altri piccoli flashback che raccontano il perché della tensione fra i due innamorati. Il film si apre con una breve didascalia introduttiva, dove veniamo avvertiti che quello che stiamo per vedere altro non è che una storia vera, di cui il male e l’orrore vanno ben oltre l’immaginabile. Facile capire la citazione per gli amanti del genere (Non aprite quella porta di Tobe Hooper). Il finale ci lascia con un bel colpo di scena assolutamente inaspettato, che potrebbe essere lo spunto per un papabile seguito. Finale un po’ controcorrente se si pensa al precedente Them (2006), a cui il film di Bertino è stato molte volte paragonato o considerato un  possibile remake, dove la giovane coppia viene uccisa, ma la tensione non regge. In entrambi vi sono ragazzi che si divertono a torturare per noia o per gioco o perché semplicemente c’è qualcuno in casa; si pensi anche ai capolavori Funny Games (1997) e Arancia Meccanica (1971), che ancora non hanno trovato una storia che li abbia surclassati.
The strangers, resta comunque un film di tensione, sulla tensione, ben girato e che regala la giusta dose di adrenalina, senza scene splatter: sicuramente più adatto ai palati fini. Brava Liv Tyler.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA

domenica 26 gennaio 2014

Serata tipo - Cena in famiglia

Per una cenetta in famiglia, la cosa migliore è un primo piatto corposo e ricco, accompagnato da un film tratto da una commovente storia vera, che appassionerà grandi e piccoli. Ovvero Spatzle di spinaci con funghi porcini su letto di crema di castagne e Qualcosa di straordinario. Il piatto che vi proponiamo ricorda, grazie ai sapori che lo compongono, la neve e i monti del Trentino; per cui è venuto spontaneo accompagnarlo a un film ambientato tra le fredde lande dell'Alaska...



La ricetta
Spatzle di spinaci con funghi porcini su letto di crema di castagne




INGREDIENTI per 3 persone:
-         500 g. di spätzle di spinaci;
-         1 fungo porcino grande fresco;
-         250 g. di castagne;
-         300 ml. di latte vaccino;
-         2 spicchi d’aglio;
-         2 peperoncini interi piccoli;
-         5 cucchiai di olio evo;
-         acqua, sale, pepe, noce moscata, prezzemolo: q.b.



PREPARAZIONE (40 minuti):
Pulire il fungo porcino con un panno di cotone leggermente inumidito, tagliarlo quindi a dadini. In una padella cuocere con il coperchio a fuoco moderato i dadini di porcino con l’olio, il peperoncino, un pizzico di sale e l’aglio privato dell’anima. In una pentola mettere circa un litro d’acqua con le castagne e portare ad ebollizione. Togliere le castagne dopo 20 minuti dall’inizio del bollore, farle stiepidire e privarle della corteccia esterna aiutandosi con un coltellino affilato. Sminuzzare grossolanamente le castagne e cuocerle in una padella con il latte, un pizzico di sale, una macinata di pepe nero e una grattugiata di noce moscata. Dopo 5 minuti dal bollore frullare il tutto onde creare una crema fluida. In una pentola far bollire in abbondante acqua salata gli spätzle. Scolarli dopo un minuto e mantecarli nella padella con i funghi porcini. Impiattare gli spätzle con la crema di castagne a specchio e del prezzemolo tritato.

Alessandro Ricchi



La recensione
Qualcosa di straordinario






Il giovane e ambizioso giornalista Adam Carlson (John Krasinski) lavora per una piccola tv che lo invia a realizzare alcuni servizi a Barrow, cittadina situata sulla punta settentrionale dell’Alaska. I nativi, soprattutto il piccolo Nathan (Ahmaogak Sweeney), lo accolgono ben volentieri facendolo sentire parte integrante della comunità. Un giorno, casualmente, Adam e Nathan scoprono che una famiglia di balene grigie è rimasta intrappolata sotto il ghiaccio del Circolo Polare Artico. Mamma, papà e il piccolo cucciolo, chiamati affettuosamente Wilma, Fred e Bamm-Bamm non sono riusciti a migrare verso la Florida prima della comparsa del ghiaccio. Il servizio di Adam fa il giro del mondo scatenando l’opinione pubblica. Un magnate del petrolio, i capi di stato e giornalisti senza scrupoli si trasferiscono in Alaska per accaparrarsi la notizia migliore. Fra loro, però, c’è anche chi vuole realmente salvare le balene. I nativi, gli amanti degli animali e l’ambientalista di Greenpeace Rachel Kramer (Drew Barrymore) faranno di tutto per salvare la piccola famiglia di balene grigie.
Il regista Ken Kwapis è arrivato al suo decimo lungometraggio e dopo diverse commedie e film romantici (Quattro amiche e un paio di jeans; La verità è che non gli piaci abbastanza), decide di tentare la sorte con una pellicola agrodolce dal forte impatto ambientalista. Qualcosa di straordinario è basato su di una storia vera accaduta nel 1988. Un evento che non solo scosse l’opinione pubblica americana, ma che venne utilizzato da diversi speculatori per farsi pubblicità ed accaparrarsi un posto come “eroe”. Sia ben inteso, comunque, che di veri eroi nel film ve ne sono a bizzeffe. Ciò che si deve riconoscere al film di Kwapis è proprio la sua capacità di intrecciare la storia di base delle balene grigie ai giochi di potere, politici e non, e alla cultura degli eschimesi.
E’ interessante, infatti, il contatto fra questo popolo e la natura che li circonda. Gli eschimesi non appaiono come malefici cacciatori di balene al solo scopo di lucro: il loro è un modo per sopravvivere. Come dice uno dei personaggi minori del film: “Per noi il mare è il nostro orto e pascolo”. Quello che appare lampante è l’immenso rispetto che nutrono nei confronti di ogni essere vivente: non a caso saranno i primi ad aiutare, senza nessun secondo fine, Rachel e Adam. Non stupisce che una delle scene più toccanti del film, sia il canto che gli eschimesi rivolgono alla famiglia delle balene in momento molto drammatico della storia. Come rovescio della medaglia, ci viene mostrato anche l’aspetto più sordido della vicenda: quello dei politici e dei magnati del petrolio pronti a sfruttare la vicenda solo per realizzare un’ottima pubblicità personale.
Ovviamente la storia di Wilma, Fred e Bamm-Bamm non può non attecchire persino nella personalità più rigida. E questo accade sia nel film che guardando il film stesso. L’affettività che si crea con queste balene è data non solo dagli animali stessi ma dall’affezione che creano nei personaggi della storia. Molto bella, infatti, la scena in cui Rachel scende sotto il ghiaccio per verificare se e quanto stiano realmente bene le balene: davvero emozionante. La passione e la tenacia dell’ambientalista diventano così i nostri sentimenti che coinvolgono al punto tale che è impossibile non lasciarsi andare in due momenti ben precisi del film.
Ovviamente il merito è anche della Barrymore (E.T.; Charlie’s Angels; Confessioni di una mente pericolosa; Amore a mille…miglia) e della sua bravura d’attrice. Il film si chiude su immagini di repertorio della vicenda con tanto di accenni all’attuale vita dei protagonisti.
Alla fine di tutto viene in mente solo una domanda: Hollywood inizia ad attingere a storie vere di sentimenti più puri perché in questo periodo storico abbiamo bisogno di favole reali o semplicemente perchè è più facile fare soldi, speculando sulle emozioni del pubblico?

Elena Mandolini
  

Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


Serata tipo - Merenda con i bimbi

Alzi la mano chi non ha mai bambini in casa. Tra figli, nipoti o pargoli di amici, spesso capita di avere come ospiti dei piccoli hobbit. Abbiamo pensato, quindi, a una soluzione pomeridiana, che consenta agli adulti di lasciarsi andare in chiacchiere, mentre i bambini si godono un simpatico film e una merenda salutare senza burro o grassi animali. Una Crostata ai frutti di bosco che potrà piacere anche alle mamme, senza andare ad inficiare sulla dieta. Inoltre il film scelto, Hotel Transylvania, può essere visto anche dai genitori visto che racconta quanto sia difficile per una madre o un padre veder crescere i propri figli e doverli lasciare andare...

La ricetta
Crostata ai frutti di bosco






INGREDIENTI per 8 persone:

-         1 uovo intero;
-         1 tuorlo d’uovo;
-         1 albume d’uovo;
-         100 g. di zucchero
-         100 g. di farina 00:
-         200 g. di farina di farro biologica;
-         4 cucchiai di olio evo;
-         1 cucchiaino di lievito per dolci;
-         buccia grattugiata di mezzo limone;
-         160 g. di marmellata ai frutti di bosco biologica.



PREPARAZIONE (60 minuti):

Formare la pasta frolla mescolando in una ciotola con una forchetta l’uovo intero, il tuorlo, lo zucchero, l’olio e la buccia di limone. Aggiungere poco alla volta le farine precedentemente mescolate con il lievito. Continuare a lavorare con la forchetta fino a formare un impasto morbido e compatto. Lavorare l’impasto con le mani e formare una palla. Ricoprire l’impasto con la pellicola trasparente e farlo riposare in frigo per almeno 2 ore.
Togliere la pasta frolla dal frigo e dividerla in due porzioni. Stendere con il matterello entrambe le parti tra due fogli di carta forno infarinati. Utilizzarne una come base della crostata da stendere su di una tortiera bassa e ricoprirla con la marmellata. Con la restante parte di frolla, creare delle strisce con cui decorare la parte superiore della crostata. Spennellare il tutto con l’albume d’uovo.
Cuocere in forno caldo ventilato a 180° per 40-45 minuti.

Alessandro Ricchi



La recensione
Hotel Transylvania   








E se il Conte Dracula non bevesse più sangue umano? Se fosse un genitore amorevole e protettivo? Queste le premesse del divertente Hotel Transylvania, film prodotto dalla Sony Pictures Animation per la Columbia Pictures. Il Conte Dracula ormai non è più un mostro succhiasangue: lo scopo della sua eternità è quello di proteggere la figlia Mavis dai malvagi esseri umani, che la userebbero solo come cavia da laboratorio. Per meglio tutelare l’incolumità della piccola, Dracula costruisce l’Hotel Transylvania, un luogo dove tutti i mostri possono rifugiarsi in completo relax, lontani dal mondo umano. Nel corso di un secolo, il resort diventa un punto di riferimento per il mondo paranormale e Dracula non può che esserne felice. Purtroppo per lui, Mavis si sente in trappola e vorrebbe vivere la sua adolescenza, per gli immortali i 118 anni fanno ancora parte dell’adolescenza, viaggiando e conoscendo gli esseri umani. Il giorno del compleanno di Mavis si avvicina e Dracula ha invitato tutti gli zii mostri per festeggiare: il simpatico Zio Mummia, l’amorevole zio Frankenstein e signora e lo zio Uomo Lupo, con moglie e numerosa e chiassosa prole al seguito. Inaspettatamente, arriva all’Hotel anche un essere umano: Jonathan. Fra lui e Mavis scocca subito la scintilla e da allora saranno guai seri per Dracula…
Già si parla di un sequel per il 2015: così alti gli incassi americani che Tartakovsky è stato ingaggiato per proseguire le avventure di questo moderno Conte Dracula, che sta spopolando anche in Italia. I motivi di tale successo sono palesi: la storia è vivace - una ventata d’aria fresca fra i film d’animazione – e la sceneggiatura è intrisa di humour nero, sarcasmo e dolcezza. Gag esilaranti e situazioni comiche sono il fulcro del film, pur con la presenza di diverse battute a sfondo sessuale di cui i bambini non coglieranno il senso. D’altra parte, con Shrek è cominciata la vera rivoluzione dell’animazione: ormai è un genere indirizzato più ad un pubblico adulto. Merito indiscusso di Tartakovsky è far comunicare le emozioni dei suoi personaggi col corpo e la mimica facciale, mettendo in secondo piano i dialoghi. Una lezione imparata dal cinema muto, che prediligeva la tecnica slapstick (utilizzo della gestualità e delle espressioni delle silhouette degli attori ndr). Col cartoon per la tv Il laboratorio di Dexter, Tartakovsky ne aveva saggiato le potenzialità, ma con Hotel Transylvania le sfrutta al massimo. Tutti i personaggi hanno le loro peculiarità e caratteristiche distintive. Dracula è flessuoso, sinuoso ed elegante; la Mummia paffuta e tondeggiante nei movimenti; Frankenstein squadrato e impacciato e l’uomo lupo peloso e granitico. E che dire delle espressioni? Perfette. Questi personaggi sono quasi più comunicativi degli attori in carne ed ossa. Bellissima, non a caso, la sequenza del ballo con i giochi di sguardi fra Mavis e Jonathan, che farebbero impallidire persino Maria e Tony di West Side Story. Il film, nel suo complesso, esamina l’amore filiale e le problematiche generazionali fra genitori e figli. Il protagonista incontrastato è, infatti, il Conte Dracula e non le vicende sentimentali di Mavis, che sono comunque diretta conseguenza del comportamento paterno. Dracula è un genitore premuroso e protettivo, che vorrebbe sempre salvaguardare l’incolumità di Mavis, che molto ricorda il comportamento di Marlin col figlio Nemo né Alla ricerca di Nemo. E, proprio come il pesciolino, anche Mavis si sente continuamente oppressa dai dettami paterni e vorrebbe spiccare il volo (letteralmente, con le ali da pipistrello e una valigia fra le zampette!). Chi, da figlio, non ha mai avuto la voglia di camminare con le proprie gambe ed esplorare il mondo e chi, poi, cresciuto e genitore, non ha le stesse paure di Dracula? Ogni padre e madre vorrebbe preservare il più a lungo possibile l’innocenza dei figli ma, come dice anche Kahlil Gibran, i genitori sono gli archi e i figli le frecce; il loro compito è donargli la forza necessaria per lanciarli il più lontano possibile. E questa è una lezione che Dracula imparerà a proprie spese. Ottimo il duo Dracula e Jonathan – una spalla davvero spassosa per il Conte – che, restando in tema disneyano, ricorda il legame fra Marlin e Dory. I due comprimari hanno, infatti, la stessa funzione: far comprende ai protagonisti che divertimento e spasso non sono sempre sinonimi di pericolo e guai. Impossibile non notare l’analogia fra la sequenza delle meduse nel film Disney e quello dei tavoli volanti per Tartakovsky. Bravi gli attori/doppiatori Claudio Bisio – Dracula – e Cristiana Capotondi – Mavis –, che nulla tolgono al brio e allo spirito della versione originale. Un’ultima nota rilevante è la stoccata a Twilight fatta dal Conte: davvero esilarante anche per i fan più accaniti della Meyer.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

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giovedì 16 gennaio 2014

Serata tipo - Cena con amici in allegria

Una serata goliardica che potrebbe diventare la fine del mondo... Provare per credere! Se avete degli amici che amano film demenziali ma comunque intelligenti, se amate la pasta e mangiarvela seduti sul divano davanti alla tv, allora questa è la serata che fa per voi! Visto che sono (Elena, Io, Me) per metà Toscana non potevo non far conoscere alla mia metà (Alessandro, Lui, Isso) i pici, tipica pasta realizzata semplicemente con acqua e farina, dalla lunghissima cottura. Per meglio esaltarne il gusto, si possono condire con una tipica e deliziosa salsa romana: aglio, olio e peperoncino. Un piatto tipico che si gusta volentieri tra amici! E, per rendere memorabile la serata, vi suggeriamo di gustarvelo con la visione di Facciamola finita



La ricetta
Pici aglio, olio e peperoncino





INGREDIENTI per 4 persone:
200 g. di pici;
4 peperoncini piccanti;
4 spicchi d’aglio
6 filetti di alici sott’olio;
1 cucchiaino di paprika forte;
olio evo: q.b.;
prezzemolo: q.b.


PREPARAZIONE (20 MINUTI):

Far cuocere i pici in abbondante acqua salata. Nel frattempo in una padella soffriggere gli spicchi d’aglio tagliati a metà e privati dell’anima, i peperoncini e i filetti di alici tagliati a pezzetti. Una volta che l’aglio si è dorato, spegnere e togliere la padella dal fuoco. Aggiungere metà del prezzemolo tritato. Scolare i pici al dente e saltarli nella padella aggiungendo l’acqua di cottura e la paprika. Impiattare spolverando con il prezzemolo rimasto.

Alessandro Ricchi



La recensione
Facciamola finita 




Hollywood. L’attore Jay Baruchel torna a Los Angeles per andare a trovare l’amico e attore Seth Rogen. L’amicizia fra i due è in forte crisi, poiché Jay non ama Hollywood, mentre Seth si è ben adattato alla mondanità della città. Mentre i due, con dispiacere di Jay, si trovano in casa di James Franco per festeggiarne la nuova abitazione, comincia l’Apocalisse. Molti ascendono al cielo, un numero spropositato di attori cade nella bocca dell’Inferno e altri restano sulla Terra. Jay, Seth assieme a Franco e Jonah Hill, Danny McBride e Craig Robinson si barricano proprio nella casa di Franco per cercare di sopravvivere...
Demenziale, al limite dell’assurdo, ma esilarante e spassoso. L’ultimo film di Evan Goldberg e Seth Rogen Facciamola finita, in originale This is the end, è puro intrattenimento e divertimento. Si comincia come la solita commedia americana demenziale, che poi stupisce con effetti speciali ben realizzati, una sceneggiatura congeniata a dovere e parodie di film post - apocalittici e horror.L’Apocalisse è al centro della storia, in una Hollywood fatta di festini, droga e alcool. Senza scene drammatiche, ma con una forte dose di ironia, Goldberg e Rogen ci mostrano gli attori americani alle prese con più peccati capitali: vanità, gola, ira, avarizia e superbia. Quindi, la Fine del Mondo, dove potrebbe cominciare se non proprio ai piedi delle colline di Hollywood? Nessun attore ascende al cielo e, anzi, molti cadono nella bocca dell’Inferno che, per l’occasione, si apre proprio davanti alla nuova casa di James Franco. In sei riescono a barricarsi nella casa dell’attore e, l’unico modo per salvarsi e andare in Paradiso, è confessare i propri peccati e scoprire il senso del sacrificio. Si badi bene, però, che i due registi parlano di redenzione fatta con coscienza, non di una facciata, di un semplice espediente per ascendere al Cielo. Tant’è che Franco non riesce nell’intento e rimane sulla Terra. Altro punto focale, su cui si soffermano Goldberg e Rogen, è il senso di amicizia e solidarietà, che uniti, rappresentano la forza più importante e il mezzo per il quale nasce il sacrificio e la relativa salvezza dell’anima. Quello che attende i protagonisti oltre la morte, è un Paradiso dove ognuno di loro ottiene ciò che desidera, persino i Backstreet Boys che cantano i loro successi per intrattenimento. L’elemento che rende il film davvero spassoso, è la quantità di attori e cantanti che interpretano se stessi fra cui troviamo Emma Watson, Channing Tatum, Rihanna, Paur Rudd e Michael Cera. Ovviamente i sei attori protagonisti, anch’essi interpreti di una versione fittizia di loro stessi sono: James Franco, Jonah Hill, Seth Rogen, Jay Baruchel, Danny McBride e Craig Robinson. Il gruppo ben interagisce davanti alla telecamera regalandoci sequenze divertenti e memorabili. Fra tutti, primeggia James Franco, bravo sia come attore drammatico che come comico; bellissima, infatti, la sequenza in cui sta per ascendere e poi ricade miseramente sulla Terra. Diverse sono le parodie che troviamo all’interno del film, tutte utilizzate per canzonare lungometraggi dedicati alla fine del Mondo e universi post – apocalittici. Su tutte, comunque, prevale quella dedicata a L’esorcista. Ultima nota di merito va agli effetti speciali: realistici seppur realizzati con la computer graphic. Unica pecca, che scade nel trash eccessivo, è la figura del Diavolo con un grosso pene, che irretisce Jonah Hill.Una vera sorpresa, imperdibile per gli amanti del ridere con gusto.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

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Serata tipo - Coppia di cinefili in vena di agrodolce

Eccoci qui. Il nostro secondo post. Il nostro primo abbinamento. Essendo noi una coppia amante dei buoni film e golosa di qualsiasi buon piatto si presenti alla nostra tavola, abbiamo pensato di abbinare una sfiziosa Cheesecake ai frutti di bosco al dolceamaro Still Life. Il perché di questo accostamento? Questo film è un piccolo inno alla vita, ironico e paradossale, che in molte sequenze risulta riflessivo e malinconica. Quindi, cosa si abbina meglio ad una nota malinconica? Sicuramente un dolce gustoso che tolga l'amaro dalla bocca.


La ricetta
Cheesecake ai frutti di bosco






Ingredienti (per 6 persone):
Biscotti secchi biologici al cacao - 250 g.
Composta ai frutti di bosco - 300 g.
cannella1 – un cucchiaio
zucchero semolato - 100 g.
tuorli d'uovo – 2
yogurt biologico - 300 g.
formaggio spalmabile biologico - 350 g.
panna vegetale - 200 ml.
burro biologico - 90 g.

Preparazione  (45 minuti):
Sbriciolare i biscotti in un mortaio fino a ottenere una polvere fine. In una casseruola sciogliere il burro a bagnomaria e unirlo ai biscotti sbriciolati. Mescolare il composto e adagiarlo sulla tortiera, precedentemente imburrata e infarinata, e livellarlo accuratamente con un cucchiaio. In una ciotola lavorare con un cucchiaio di legno il formaggio spalmabile, lo yogurt, lo zucchero e i tuorli onde ottenere una crema morbida. A parte montare la panna e incorporarla al composto a base di formaggio. Amalgamare bene, aggiungere la cannella e mescolare dal basso verso l'alto. Versare il tutto sul fondo della torta e cuocere in forno caldo a 180° per circa un'ora. Togliere dal forno, lasciare raffreddare bene e guarnire con la composta ai frutti di bosco, spalmandola uniformemente sulla superficie della torta. Conservare in frigo e servire freddo. Si possono accompagnare le fette con delle palline di gelato allo zenzero.

Alessandro Ricchi



La recensione
Still Life





John May è un solitario funzionario comunale, il cui lavoro consiste nel rintracciare i parenti più prossimi delle persone morte in totale solitudine. John è un uomo buono e romantico che svolge il suo lavoro con estrema meticolosità. La sua vita è tranquilla e monotona è caratterizzata da comportamenti ossessivi. Un giorno gli viene affidato il caso di Billy Stoke, un uomo alcolizzato morto in solitudine nel palazzo di fronte al suo. Così inizia a raccogliere indizi sulla sua vita e a cercare le persone a cui è stato legato...

Premiato come Miglior Regia nella sezione Orizzonti a Venezia dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici, Still Life è il film della conferma di un regista che aveva già lasciato il segno con il suo primo lungometraggio, Machan. Sempre restando a metà strada tra dramma e commedia, Uberto Pasolini ha realizzato un ottimo film, commovente e delicato, che affronta il tema della morte e della solitudine con una grazia e una semplicità di rara bellezza. Eddie Marsan è perfetto nel ruolo di John May, un impiegato del comune di Londra incaricato di cercare i parenti delle persone morte in solitudine e di provvedere alla loro sepoltura, qualora i defunti non vengano reclamati da nessuno. Un lavoro estremamente particolare, che John svolge con grandissima sensibilità, cercando di restituire dignità a queste persone dimenticate e morte senza nessuno accanto, preparando per loro elogi funebri e scegliendo musica per i funerali. Il suo personaggio è solitario, malinconico, dolce. La morte delle persone sembra quasi riempire la sua stessa vita fatta ormai di solitudine e monotonia. Si prende cura di queste persone perché sa già, in cuor suo, che la sua vita non è poi così diversa dalle loro e che, quasi certamente, al suo di funerale un domani non vi sarà nessuno a piangerlo. Quando i suoi superiori decidono di licenziarlo, John dedica tutto se stesso al suo ultimo incarico e cerca in ogni modo di ricostruire la vita dell'uomo deceduto e di rintracciare la sua famiglia. Attraverso piccoli cambiamenti e uscendo dagli schemi che si era costruito, John scopre una vita diversa, colorata e dal sapore più dolce. Nonostante il tema sicuramente forte, il film di Pasolini non è mai pesante, ma anzi arricchito e alleggerito da quell'humor inglese, che Marsan interpreta con grande intelligenza e da una regia delicata che cresce con i cambiamenti di John, mai carica, molto lineare e statica, attenta agli spazi che circondano il personaggio. Questa ironia, poi, diventa nera e sarcastica nel finale del film. La morte di John, che tra l’altro richiama il detto “si nasce soli, si muore soli”, è davvero grottesca: uno stupido incidente lo porta via da quella vita che stava finalmente cominciando a vivere. L’arrivo delle anime dei dimenticati di cui si è preso cura, sono la ciliegina sulla torta: commovente e delicato senza pietismi. Still Life è davvero un gioiellino italiano di cui andare fieri. Finalmente un'alternativa ai cinepanettoni.

Elena Mandolini

Buone pappe e buon film!

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martedì 14 gennaio 2014

Benvenuti! p.s. stiamo lavorando per voi






Siamo Elena e Alessandro, rispettivamente critica cinematografica e chef, nonché futuro sommelier. Quello che vorremmo fare, che vorremmo regalarvi, è la nostra passione per il buon cibo e per i film. Con semplicità, attraverso video ricette e video recensioni, ci piacerebbe coinvolgervi e rendervi partecipi di questo piccolo progetto che, se ci aiuterete a far crescere, diventerà per voi un piccolo vademecum di riferimento a cui affidarsi per creare deliziose e sfiziose cenette (gnam!) e per scegliere il film più adatto al vostro avvenimento. Che stiate organizzando una festa, una serata con gli amici più stretti, una cenetta romantica, oppure vogliate semplicemente godervi l'intimità della vostra casa, vorremmo che cercaste qui da noi le giuste idee per fare centro. 

Per ora vi salutiamo e ci mettiamo a lavorare per voi..
Vi lasciamo con una gustosa foto che ritrae due semplici fiorentine cotte nel camino di casa.
Stay tuned!



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