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giovedì 19 giugno 2014

Intermezzo - La presentazione ufficiale del libro

Scusate se divaghiamo, ma, come si suol dire, il gioco vale la candela! Perché, finalmente, è arrivata la notizia ufficiale e anche un poco fatidica, ovvero la presentazione ufficiale del libro di Elena, Il Signore dei Racconti edito dal Gruppo Albatros - Il Filo.





L'autrice Elena Mandolini vi aspetta mercoledì 25 giugno ore 17.30 presso la libreria Mondadori in Viale Europa 86/90. In quest'occasione presenterà ufficialmente il suo romanzo Il Signore dei Racconti, un urban fantasy dalle tinte horror. Sarà presente in veste di relatore l'amico e collega Fabio Morìci. Sempre nella stessa libreria potrete da subito acquistarne una copia, altrimenti lo si può ordinare nelle seguenti modalità:
  1. In tutte le librerie
  2. In tutti i circuiti on line più importanti (AmazonIbsIn Mondadori, etc)
  3. Nella pagina personale dell'autrice presso il sito Gruppo Albatros - Il Filo
  4. All'indirizzo email ordini@ilfiloonline.it. 
  5. Ai seguenti numeri di telefono o fax 06/90285153 oppure 06/90287417 

Non mancate mercoledì! Vi aspettiamo!



©RIPRODUZIONE RISERVATA

sabato 14 giugno 2014

Serata tipo - Mordimi!!!

Se cercate una serata all'insegna del divertimento con un pizzico di horror, questo è il post giusto per voi! Il piatto che vi proponiamo è una succulenta Bistecca di maiale con crauti alle mele. Vi consigliamo di mangiare sia la carne che il contorno insieme per un morso che vi regalerà una piacevole esperienza del gusto. Continuando in vena di morsi, eccovi Fright Night in cui, come già avrete intuito, si parla di vampiri. Ma non quelli romantici e che brillano alla luce del sole,qui si parla di veri succhiasangue che farebbero di tutto pur di farsi una bella bevuta! Enjoy! #nottefood #unanottedamangiare #nightfood 


La ricetta
Bistecca di maiale con crauti alle mele






INGREDIENTI per 2 persone:

-         2 bistecche di maiale;
-         8 foglie di cavolo bianco;
-         1 mela;
-         1 peperoncino;
-         mezzo bicchiere di Rum invecchiato;
-         mezzo bicchiere di Moscato di Trani;
-         sale, olio evo, pepe, paprika forte, aglio in polvere, glassa all’aceto balsamico: q.b.


PREPARAZIONE (20 minuti):

Lavare le foglie di cavolo e tagliarle a listarelle. Privare la mela del torsolo e tagliarla a fettine sottili. Mettere i due ingredienti in un padellino con poco olio, un pizzico di pepe e di sale. Cuocere fino al loro appassimento, sfumare con il Moscato di Trani.
Marinare la carne a secco per un’ora circa con l’aglio in polvere e la paprika. In una padella a fuoco vivace cuocere le bistecche da ambo i lati con l’olio e il peperoncino, salare e sfumare con il Rum.
Impiattare i crauti aiutandosi con uno stampino, accanto adagiare la carne, decorare con la glassa di aceto balsamico.

Alessandro Ricchi


La recensione
Fright Night




Charlie Brewster vive da solo con la madre Jane. Ormai all’ultimo anno di liceo, esce con la ragazza più dolce e carina della scuola snobbando però il suo amico d’infanzia Ed. Nerd e amante dei fumetti, Ed è convinto che Jerry, nuovo e affascinante vicino di Charlie, sia un malvagio vampiro, responsabile della sparizione di intere famiglie del quartiere. Charlie non gli crede, finchè non è Ed stesso a sparire; a quel punto, il ragazzo inizia ad indagare. Fright Night – Il vampiro della porta accanto, è il remake dell’omonimo film del 1985. Il regista Craig Gillespie (Lars e una ragazza tutta sua) confeziona un delizioso horror che mescola azione e commedia: si ride e si salta sulla sedia. Marti Noxon firma una sceneggiatura che conserva la struttura della storia originale, seppur svecchiandola e adattandola ai nostri giorni. Carismatici tutti i personaggi e i migliori si rivelano essere il vampiro Jerry (ovviamente) e, soprattutto, Peter Vincent, sedicente e fantomatico cacciatore di vampiri che riserverà più di una sorpresa. Ben costruita la struttura della storia che preferisce subito svelarci chi sia il vampiro in favore di come ucciderlo e salvare l’intero quartiere. Targato DreamWorks Picture, Fright Night abbandona il concetto dilagante di vampiro buono, romantico e vegetariano per raccontarci il cattivo Nosferatu che brama il succulento sangue umano. Divertente l’accenno a Twilight, il romanzo, che viene sbeffeggiato e deriso come testo altamente fuorviante nella caccia ai vampiri. Fright Night si rivela, quindi, una gradevole sorpresa cinematografica. Persino i più scettici, i più esausti delle zanne appuntite, non potranno non godersi il film. Ottimo l’uso del 3d. Invadente e spettacolare solo quando occorre, viene utilizzato da Gillespie principalmente per addentrarci nel solitario e deprimente quartiere in cui vivono i protagonisti della storia. Insomma finalmente un 3d che, fisicamente, non infastidisce gli occhi. E non è un elemento da sottovalutare. Ottima la prova dell’intero cast. Il giovane Anton Yelchin (Charlie Bartlett, Star Trek) diventa ad ogni film sempre più bravo; potrebbe, in effetti, diventare il nuovo e poliedrico Tom Hanks della nuova generazione attoriale. Piccola parte, invece, per Toni Collette qui madre di Charlie che si rivela all’altezza della situazione fra paletti e sangue sulle pareti. A sorpresa il bel Colin Farrell ci regala un credibile, carismatico ed affascinante vampiro Jerry (tutte le ragazze si farebbero vampirizzare da tale non morto!). Tutti vengono comunque superati da David Tennant, alias Peter Vincent: decisamente un gran bel personaggio coadiuvato dal miglior interprete. Per chi ha voglia di vedere vampiri dello stampo di Ragazzi perduti con il tocco irriverente e divertente de I pirati dei Caraibi.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA




Serata tipo - Spumeggiante leggerezza con figli adolescenti

Soprattutto coi primi caldi, si ha proprio la voglia di mangiare un piatto leggero ma comunque nutriente. Quello che vi proponiamo è una simpatica rivisitazione di un classico italiano, ovvero la Carbonara vegetariana con zucchine e formaggi nostrani. Davvero appagante! Per accompagnare questa delizia eccovi una commedia americana molto intelligente che in Italia non ha avuto il giusto spazio: Easy Girl. L'argomento del film è la ricerca dell'accettazione da parte degli adolescenti nella propria scuola. Purtroppo in questi ultimi anni non sono rari i casi di cronaca di ragazzi che compiono gesti inconsulti perché non si sentono parte integrante della propria classe. Da vedere insieme ai figli che si avvicinano a quell'importante passaggio della vita che è l'adolescenza. #nottefood #unanottedamangiare #nightfood


La ricetta
Carbonara Vegetariana




INGREDIENTI per 2 persone:

-         200 g. di mezze maniche;
-         4 zucchine romanesche;
-         1 uovo intero;
-         1 peperoncino;
-         4 foglie di menta;
-         1 manciata di pecorino romano grattato;
-         1 manciata di parmigiano grattato;
-         1 manciata di ricotta salata di bufala grattata;
-         buccia di mezzo limone grattata;
-         olio evo, sale, pepe, paprika forte: q.b.


PREPARAZIONE (25 minuti):

Lavare, pulire e tagliare le zucchine a rondelle. Cuocerle in padella senza coperchio insieme all’olio, il peperoncino e le foglie di menta sminuzzate, aggiustare di sale.
Sbattere l’uovo, aggiungere il sale, il pepe, la paprika, il pecorino, il parmigiano e la buccia del limone.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Scolare al dente, mantecare nella padella con le zucchine alternando acqua di cottura e ricotta di bufala. Spegnere il fuoco, aggiungere l’uovo e continuare a mantecare lontano dai fornelli.
Impiattare con una spolverata di ricotta di bufala.

Alessandro Ricchi


La recensione
Easy Girl





Cosa sei disposto a fare per sentirti integrato? Il regista Will Gluck prova a raccontarlo nella fresca commedia Easy Girl. Olive è una ragazza molto carina, intelligente, che ama le serate in casa, ma che vive ai margini dell’elite scolastica. Un giorno, per potersi finalmente sentire superiore, racconta una piccola bugia all’amica del cuore Rhiannon: le dice di aver perso la verginità con un bel ragazzo. Purtroppo per Olive, la pettegola e bigotta della scuola sente tutto e in un attimo il pettegolezzo vola di bocca in bocca. All’inizio è un gioco, una popolarità che piace ad Olive, poi però la situazione sfuggirà irrimediabilmente dalle sue mani. Easy Girl è una commedia efficace che segue i giusti tempi comici con un sarcasmo intelligente, che la rende superiore rispetto ad altre commediole americane. Il film non parla della ricerca della fama, a cui si potrebbe pensare inizialmente, bensì dell’accettazione. Gluck ci mostra alcuni rappresentati di una generazione costretta a nascondersi, perché diversi e che arrivano a svendere il proprio carattere per omologarsi, sentirsi un tutt’uno col proprio ambiente. Non importa se si annulla sé stessi, l’importante è ricevere una pacca sulla spalla oppure un sorriso d’approvazione. Bando ai clichè sulle cheerleader oppure sui nerd, qui si parla di verginità, omosessualità ed obesità. Tre aspetti vissuti come un ostacolo alla propria felicità, al proprio senso di appartenenza. Questo ci racconta Easy Girl. Una sensazione di freschezza impregna il film, raccontato da Olive stessa attraverso un videomessaggio inserito su internet per raccontare la sua verità. Un altro aspetto che il regista getta in pasto al pubblico e che sempre più sta diventando un paradosso della nostra epoca: pur essendo i decenni della comunicazione virtuale, non esiste più nessuna comunicazione “tradizionale”. E’ più facile raccontare una verità su internet tramite un video, che di fronte ad un vero essere umano che è solo preso da sé stesso e che non ci ascolta. Oramai sembra che per esser presi sul serio, si debba trovarsi dentro una scatola tv. Un film, quindi, che offre più riflessioni e che al contempo scorre piacevolmente. Sicuramente il merito di tale ingranaggio funzionante è da attribuire anche al cast. Emma Stone è perfettamente a suo agio nei panni di Olive; fantastici anche Stanley Tucci, qui in grandissima forma e la brava Patricia Clarkson che interpretano i due simpatici e stravaganti genitori della protagonista. Da annoverare anche Lisa Kudrow, Cam Gigandet e la promettente Amanda Bynes. Per chiudere il cerchio Easy Girl regala una spumeggiante colonna sonora fatta di successi orecchiabili e di successo, riconoscibili fin dalla loro prima nota. Per i più cinefili, infine, sarà divertente scovare le diverse citazioni di film di successo, compresi anche spezzoni di film indimenticabili.

Elena Mandolini



Buone pappe e buon film! 

©RIPRODUZIONE RISERVATA


Serata tipo - In cattiva compagnia...

Assolutamente ironico, ma azzeccato per il film che vi proponiamo: The bad teacher - Una cattiva maestra con una spumeggiante Cameron Diaz. Per accompagnare un film così simpatico, vi proponiamo le Fettuccine con funghi porcini, un piatto che potremmo ugualmente definire simpatico e appagante, anche se per il palato! Questo post rientra nella simpatica iniziativa notte bianca dei foodblog. #nottefood #unanottedamangiare #nightfood 


La ricetta
Fettuccine con funghi porcini






INGREDIENTI per 2 persone:

-         6 nidi di fettuccine;
-         1 fungo porcino grande fresco;
-         2 spicchi d’aglio;
-         2 peperoncini;
-         olio evo, sale, erba cipollina: q.b.


PREPARAZIONE (20 minuti):

Pulire il fungo porcino con un panno di cotone leggermente inumidito, tagliarlo quindi a dadini. In una padella cuocere con il coperchio a fuoco moderato i dadini di porcino con l’olio, i peperoncini, un pizzico di sale e gli spicchi d’aglio divisi a metà e privati dell’anima.
Cuocere in abbondante acqua salata le fettuccine, scolarle al dente. Saltarle in padella aiutandosi con l’acqua di cottura.
Impiattare con una spolverata di erba cipollina tritata.

Alessandro Ricchi


La recensione
The bad teacher - Una cattiva maestra




Elizabeth Halsey è una sexy insegnante di scuola elementare che non ama il suo lavoro. Il suo obiettivo è sposarsi col milionario, di cui non è innamorata, per potersi sistemare a vita e smettere di lavorare. Quando a sorpresa viene lasciata dal fidanzato, Elizabeth decide di rifarsi il seno per poter incastrare un nuovo milionario; per farlo, però, deve continuare a lavorare nella scuola che tanto odia. L’arrivo del supplente Scott Delacorte, giovane, carino e ricchissimo, sconvolgerà nuovamente i suoi piani. Ottima sceneggiatura e personaggi azzeccati ben costruiti. Bad teacher: Una cattiva maestra è una commedia irriverente e soprattutto divertente. Da tempo si sentiva la mancanza di un prodotto così ben riuscito. Cameron Diaz è strepitosa: un ritorno alle origini e al campo cinematografico che più le si addice. La sua Elizabeth è perfetta nell’estetica ma assolutamente amorale, maleducata ed egoista. Ovviamente questa cattivissima protagonista, che piace tanto proprio perché così fuori dalle righe, nello scontato finale ritrova la retta via, abbandonando sesso, droga e rock'n'roll. Un finale chiamato che si aspetta fin dall’inizio. Sicuramente lanciare un messaggio morale che arrivi al pubblico è fondamentale ma questa protagonista così sboccata e dispettosa manca molto alla fine del film. Dialoghi sarcastici, pieni di doppi sensi, decisamente cattivi sono la base di questa formidabile sceneggiatura che non lascia quasi nulla dietro ai veli della moralità. Il regista Jake Kasdan sfrutta appieno il potenziale della Diaz. Non solo il suo naturale accento comico, ma anche la sua sensualità, la sua sfrontatezza e la faccia tosta. L’attrice, coi suoi precedenti film (Tutti pazzi per Mary, Cose molto cattive, La cosa più dolce) ha spianato la strada ad altre colleghe per consentirle di realizzare scene decisamente hot ma comunque comiche. Basti pensare alla coraggiosa scena che vede protagonista un’inedita Jennifer Aniston nel film Come ammazzare il capo… e vivere felici. E qui, la Diaz, torna alla carica come regina della commedia trash con sequenze decisamente al limite della decenza. Mattatrice della scena che fino ad un tempo era a totale appannaggio di colleghi maschi sovrasta non solo il resto del cast ma persino la sceneggiatura stessa. Le sue faccine e le sue espressioni restano decisamente impresse. Justin Timberlake, qui Scott Delacorte e fidanzato nella vita della Diaz, si conferma un attore con enormi potenzialità. In molti, infatti, avevano notato già le sue doti attoriali col Frankie di Alpha Dog e con il Sean Parker di The Social Network. Per farsi due risate in compagnia di Cameron Diaz.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


giovedì 5 giugno 2014

Serata tipo - Padre e figlio con street food

Con l'arrivo (finalmente!) dell'estate, arriva anche la voglia di picnic. E cosa si abbina meglio a una bella scampagnata se non dello street food? Dopo il FaKebab vi proponiamo il FaKebab di mare, con dei deliziosi wurstel di salmone. Questo post, come già il precedente Padri e figli, è dedicato a tutti quei genitori che non riescono a dedicare tempo sufficiente alla famiglia. Sicuramente una gita fuori porta con golosità succulente fa al nostro caso. Poi di ritorno a casa, sarà bellissimo rilassarsi sul divano e godersi Real Steel, uno sci - fi intelligente che affronta con sagacia le difficoltà del rapporto tra generazioni. 

La ricetta
FaKebab di mare




INGREDIENTI per 2 persone:

-          2 sfoglie di pane azzimo morbido biologico;
-          200 g. c.a. di wurstel di salmone;
-          200 g. c.a di scamorza affumicata;
-          4 foglie di cavolo bianco;
-          10 pomodorini Pachino;
-          2 cucchiaini di senape;
-          4 cucchiai di maionese;
-          1 pizzico di pepe.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Pulire e tagliare le foglie di cavolo a striscioline, unirle ai pomodorini tagliati in 4 parti, alla senape e alla maionese e impastare con un cucchiaio formando un’insalata di cavoli cremosa. Cuocere i wurstel divisi a metà su una piastra su entrambi i lati, aggiungere la scamorza tagliata a fettine, farla sciogliere. Prendere una sfoglia di pane azzimo, adagiarla su un foglio di carta-alluminio, mettere l’insalata di cavolo, un pizzico di pepe e sopra i wurstel con formaggio. Arrotolare chiudendo bene ai lati.
Impiattare tagliando a metà il rotolo.

Alessandro Ricchi


La recensione
Real Steel







2020. In un’epoca non troppo lontana dalla nostra c’è una novità sostanziale nel mondo dello sport: nella boxe gli umani sono stati sostituiti dai robot. Il pubblico, infatti, insoddisfatto dai semplici incontri fra uomini, chiedeva sempre più violenza e sangue. Chi meglio dei robot avrebbe potuto soddisfare tale richiesta? In questo universo troviamo Charlie Kenton, ex giocatore professionista di boxe, che sbarca il lunario mettendo insieme pezzi di scarti metallici per costruire robot e passare da un incontro di boxe all'altro. Un giorno Charlie viene contattato da un avvocato: la sua ex, nonché madre di suo figlio da lui mai riconosciuto, è morta. Ora un giudice dovrà decidere a chi affidare il piccolo Max. Charlie, subodorando che la sua ex cognata si sia sposata un uomo ricco ed importante, decide di sfruttare la situazione: passerà l’estate con il ragazzo e dopo cederà l’affido alla zia, in cambio di una somma considerevole. Quello che Charlie non ha calcolato nel suo piano è proprio Max, che si rivela tutt’altro che un ragazzino sprovveduto.
Un film di fantascienza? Un film drammatico? Di avventura? Real Steel, regia di Shawn Levy (Una notte al museo, Notte folle a Manhattan) è tutto questo. Il robot è qui un elemento in più rispetto ad altri film che parlano di sport e, nello specifico, di pugilato. Perché questa è la storia di un riscatto, di una redenzione, una sorta di Rocky (il primo, il migliore) in versione fantascientifica. Ciò che Charlie cerca è scrollarsi dalle spalle la costante sensazione del fallimento e, soprattutto, voler riconquistare la propria dignità di uomo e di boxer. In fondo è stato già raccontato: lo sport come mezzo di espiazione delle proprie colpe, come mezzo per raggiungere un gradino in più, per elevarsi ed emergere. E qui, entra in gioco Max che vuole dimostrare che anche il più emarginato, quello su cui nessuno scommetterebbe più, può ancora farcela e vincere. Tratto dal racconto Steel del brillante scrittore Richard Matheson (Io sono Leggenda) Real Steel affronta anche parzialmente il tema tanto caro ad Asimov: può un robot provare sentimenti? Il film, infatti, non ci dà nessuna risposta definitiva ma lancia la palla al pubblico per la decisione finale (e qui, fra romantici e non, ognuno troverà la soluzione che preferisce). Buona la sceneggiatura di John Gatins e Leslie Bohem. E’ loro il merito di far coesistere, con maestria, umani e robot al punto tale da farlo sembrare una futura conseguenza delle scoperte di oggi; la vera forza del film è in questa presenza – non presenza della fantascienza. Grazie a questa sceneggiatura ben orchestrata, la storia di Max e Charlie coinvolge facendoti ridere, sorridere e, perché no, anche commuovere. Ovviamente la bella e semplice regia di Levy esalta la storia, i paesaggi e, sicuramente, i combattimenti fra i robot. Produttori del film sono due nomi importanti del cinema americano: Steven Spielberg e Robert Zemeckis. Proprio Spielberg ha preso parte attiva al design dei robot facendo sì che non tutto venisse realizzato in digitale. Gli artisti della Legacy Effects hanno creato, così, una serie di pugili meccanici, ognuno dotato di una propria personalità e design, che hanno ottenuto l’approvazione di Spielberg stesso. E i risultati si vedono sul grande schermo: decisamente affascinanti.
Bravo Hugh Jackman, alias Charlie, che duetta perfettamente con Evangeline Lilly (la Kate di Lost). La vera sorpresa, però, è Dakota Goyo (Max): sarà anche piccolo ma è già un attore che supera egregiamente i colleghi più grandi e che ha una marcia in più rispetto a diversi suoi coetanei.
Real Steel è un film piacevole da vedere e che si lascia apprezzare per la semplicità dei sentimenti che racconta.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!


©RIPRODUZIONE RISERVATA

martedì 3 giugno 2014

Serata tipo - Evergreen n.3

Continuiamo la fortunata serie dei piatti Evergreen della nostra tavola. Dopo un secondo e un primo, abbiamo deciso di puntare su di un altro primo piatto che viene apprezzato anche da chi non ama osare in cucina. Stiamo parlando degli Spaghetti con il tonno, veloci da preparare e sempre deliziosi da gustare. Per accompagnare un tale mastodonte della gastronomia italiana, non potevamo che abbinarci un gigante del cinema: Godzilla. La recente versione di  Gareth Edwards è davvero entusiasmante e imperdibile come, del resto, il piatto da noi suggeritovi. Enjoy!


La ricetta
Spaghetti con il tonno





INGREDIENTI 4 persone:

-          400 g. di spaghetti;
-          6 filetti di alici sott’olio;
-          16 pomodorini Pachino;
-          200 g. di tonno sott’olio;
-          3 spicchi d’aglio
-          2 peperoncini;
-          olio evo, sale, origano: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Fare un soffritto con l’olio, i peperoncini, gli spicchi d’aglio tagliati a metà e privati dell’anima e le alici sminuzzate. Aggiungere il tonno, far insaporire per pochi secondi. Aggiungere i pomodorini tagliati in quarti e dell’origano, cuocere con coperchio per 10 minuti. Aggiungere sale se necessario.
Far bollire in abbondante acqua salata gli spaghetti. Scolare la pasta al dente e mantecarla in padella aiutandosi con acqua di cottura.
Impiattare con una faglia di basilico e una spolverata di origano.

Alessandro Ricchi


La recensione
Godzilla





Apocalittico. Adrenalinico. Divertente. Il Godzilla di Gareth Edwards è mastodontico e non solo a livello di grandezza del mostro, ma per la corposità della storia e per le sorprendenti sequenze di lotta tra i M.U.T.O. e Godzilla. Un film spettacolare che coinvolge non solo gli amanti dei film d’azione, ma anche quelli più romantici grazie alla storia di Joe e della sua famiglia. Riprendendo un vecchio adagio greco in cui si afferma che le colpe dei padri ricadono sui figli, allo stesso modo Ford si carica del peso del padre nel momento della sua morte. Infatti, fa sua la crociata contro i M.U.T.O. e lotta per la sopravvivenza della sua famiglia, proprio come Joe cercò di salvare la sua amata moglie. Interessante anche l’idea di svecchiare la figura del mostro distruggi – città, in favore di un Kaijū preistorico che diviene un eroe applaudito. Da incompreso e minacciato, Godzilla passa a osannato e acclamato, proprio come ultimamente accade nei comics movie con gli eroi mascherati, che alla fine del film diventano i paladini della giustizia e della città in cui vivono. Senza dimenticare che se analizziamo la figura dei M.U.T.O., anch’essi non risultano malvagi: il loro obiettivo è semplicemente riprodursi e salvaguardare i loro cuccioli. Invero è l’uomo a essere di troppo e a intralciare la natura di queste gigantesche creature e il loro percorso di vita. Altro punto interessante è il collegamento tra Ford e Godzilla: entrambi lottano e hanno attimi di cedimento negli stessi momenti. Per acuire questo fattore, c’è una scena precisa in cui gli occhi del Kaijū incontrano quelli di Ford prima che il gigante si accasci sotto gli artigli della femmina M.U.T.O e in quel preciso istante uomo e creatura si comprendono e capiscono le debolezze di entrambe le specie. Sequenza ben riuscita davvero e, sicuramente, l’abile uso della computer graphic che ha donato al muso di Godzilla espressioni antropomorfe, contribuisce ancora di più a rendere questo mostro molto più umano dei suoi predecessori su grande schermo. Molto idonea, infine, la scelta di utilizzare poche musiche all’interno della colonna sonora, a vantaggio dei rumori, dei ruggiti e dei suoni prodotti dai mostri. Idea molto azzeccata soprattutto nelle sequenze di lotta e nella spettacolare discesa di Ford e dei paracadutisti dall’aereo verso terra, passando tra i Kaijū in lotta: solo il rumore del vento sferzante, il respiro di Ford e il battito del suo cuore. Altrettanto bene sono realizzati i Kaijū: molto realistici e spettacolari. E, visto il finale aperto, c’è da scommettersi che ci sarà un secondo Godzilla che combatterà con un mostro altrettanto famoso e di cui non vi è stata traccia in questo film. Sicuramente da vedere per gli amanti dell’action intelligente.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!


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