L'idea di questo piatto è venuta ad Alessandro quando siamo andati a vedere un film che dovevo recensire: Sarà un paese. Si tratta dell'opera prima di Nicola Campiotti, un giovane e promettente regista italiano che, tramite metafore e favole, ci racconta senza peli sulla lingua i gravi problemi della nostra Italia. Per fortuna, il film è anche pieno di speranza per un futuro migliore, se, è ovvio, riusciremo a cambiare rotta in tempo. Proprio per questo, consigliamo la visione di quest'opera sia ai bambini che agli adulti, i quali sapranno spiegare bene ai loro figli cosa vuole dirci il giovane regista. Per accompagnare questo film, Alessandro ha creato un piatto che racchiude alcuni tra i più buoni e conosciuti prodotti nostrani. Eccovi, quindi la Calamarata con vongole, broccolo viola e bottarga.
La ricetta
Calamarata con vongole, broccolo viola e bottarga
INGREDIENTI per 2 persone:
-
200 g. di calamarata;
-
300 g. c.a. di broccolo viola;
-
500 g. di vongole veraci;
-
1 spicchio d’aglio;
-
1 peperoncino;
-
olio evo, sale, prezzemolo tritato, bottarga di muggine
grattugiata: q.b.
PREPARAZIONE (20 minuti):
Pulire il broccolo, tagliare le
cime, lavarle e cuocerle al vapore per 5 minuti circa.
Mettere le vongole in una
pirofila con acqua e sale per alcuni minuti, sciacquarle bene e metterle in una
padella con l’olio, il peperoncino e lo spicchio d’aglio tagliato a metà e
privato dell’anima. Cuocere con coperchio solo il tempo necessario per aprirle.
Sbucciare tutte le vongole e lasciarle nella padella. Aggiungere le cime del
broccolo, schiacciarle con una forchetta e amalgamare il tutto cuocendo per
pochi minuti.
Cuocere la pasta in abbondante
acqua salata, scolarla molto al dente e saltarla in padella. Aggiungere acqua
di cottura all’occorrenza.
Impiattare con una spolverata di
prezzemolo fresco e di bottarga.
Alessandro Ricchi
La recensione
Sarà un paese
Nicola
è un trentenne laureato e con diversi master, che cerca disperatamente lavoro.
Per sbarcare il lunario, fa il baby sitter del fratellino Elia, intelligente
bambino di quinta elementare. Dopo l’ennesimo colloquio di lavoro deludente, Nicola
decide di intraprendere col curioso Elia, un viaggio alla scoperta dell’Italia
di oggi, tra i pochi pregi, tra cui l’animo umano, e i numerosi difetti, legati
soprattutto alle istituzioni e al Dio Denaro. I pregi arriveranno solo alla
fine di questo viaggio, ma, almeno, lo chiuderanno sul filo di una cosa
chiamata speranza. Il giovane Nicola Campiotti, figlio
d’arte, si cimenta per la prima volta dietro la macchina da presa. Per fortuna,
non si tratta della solita commediola, non affronta adolescenti complicati, non
racconta favolette. Sarà un paese è
un’intelligente docu – fiction (incrocio tra documentario e finzione) che ci
mostra i tanti disagi della nostra Italia. La fiction si basa sulla storia
cornice di Nicole e del fratellino Elia, che seguono le false orme di Cadmo,
per riscoprire a cosa corrispondano le moderne lettere del nostro vocabolario.
Ogni lettera che i due incontrano, li porta alla storia di uomini e donne
comuni, che affrontano ogni giorno difficoltà e tragedie legate al nostro paese
in declino: quartieri multirazziali alle prese col razzismo, morti bianche,
disoccupazione, emigrazione di cervelli, tragedie personali. Il tutto sullo
sfondo di un’Italia che tenta di rimettersi in piedi e che, per fortuna, riesce
a sopravvivere grazie a piccoli casi. Infatti, anche se nei tg non se ne parla
affatto, ci sono paesi che hanno vinto lotte contro delle multinazionali
straniere, che volevano solo costruire fabbriche e continuare, così, a
inquinare aria e acqua; altri che riescono a costruire palazzi a km 0; altri
che usano led anziché lampadine nei cimiteri, risparmiando energie e soldi; altri
ancora che riescono a fare un’ottima raccolta della differenziata, partendo da
una buona educazione scolastica. Campiotti dimostra di possedere già una buona
padronanza della cinepresa e riesce a giostrarsi molto bene tra i suggestivi
paesaggi nostrani e l’ottima fotografia di Leone Orfeo. Tutto il film gioca
molto coi miti dell’antica Grecia, partendo proprio dal mito di Cadmo.
Comunque, quello più preponderante, che si può scorgere tra le righe se si
ascolta bene il film, è il mito greco di Pandora. Infatti, proprio come la
giovane custode scoprì il suo vaso facendone fuoriuscire i cinque mali del
mondo, anche Nicola ed Elia scoprono quello del Bel Paese, rivelandone le piaghe
che lo affliggono da troppo tempo; per fortuna, esattamente come accadde a
Pandora, i due fratelli trovano in fondo al vaso la cosa più importante, quella
che potrebbe salvarci tutti: la speranza. Un film che dovrebbe essere proiettato
nelle scuole e non solo per i bambini, ma anche per i loro genitori; per far
capire loro che se non facciamo tutti marcia indietro, saranno proprio i loro
figli a non avere un futuro. Da vedere.
Elena Mandolini
Buone pappe e buon film!
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