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giovedì 11 dicembre 2014

Serata tipo - Sarà un paese

L'idea di questo piatto è venuta ad Alessandro quando siamo andati a vedere un film che dovevo recensire: Sarà un paese. Si tratta dell'opera prima di Nicola Campiotti, un giovane e promettente regista italiano che, tramite metafore e favole, ci racconta senza peli sulla lingua i gravi problemi della nostra Italia. Per fortuna, il film è anche pieno di speranza per un futuro migliore, se, è ovvio, riusciremo a cambiare rotta in tempo. Proprio per questo, consigliamo la visione di quest'opera sia ai bambini che agli adulti, i quali sapranno spiegare bene ai loro figli cosa vuole dirci il giovane regista. Per accompagnare questo film, Alessandro ha creato un piatto che racchiude alcuni tra i più buoni e conosciuti prodotti nostrani. Eccovi, quindi la Calamarata con vongole, broccolo viola e bottarga. 


La ricetta
Calamarata con vongole, broccolo viola e bottarga





INGREDIENTI per 2 persone:

-          200 g. di calamarata;
-          300 g. c.a. di broccolo viola;
-          500 g. di vongole veraci;
-          1 spicchio d’aglio;
-          1 peperoncino;
-          olio evo, sale, prezzemolo tritato, bottarga di muggine grattugiata: q.b.


PREPARAZIONE (20 minuti):

Pulire il broccolo, tagliare le cime, lavarle e cuocerle al vapore per 5 minuti circa.
Mettere le vongole in una pirofila con acqua e sale per alcuni minuti, sciacquarle bene e metterle in una padella con l’olio, il peperoncino e lo spicchio d’aglio tagliato a metà e privato dell’anima. Cuocere con coperchio solo il tempo necessario per aprirle. Sbucciare tutte le vongole e lasciarle nella padella. Aggiungere le cime del broccolo, schiacciarle con una forchetta e amalgamare il tutto cuocendo per pochi minuti.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolarla molto al dente e saltarla in padella. Aggiungere acqua di cottura all’occorrenza.
Impiattare con una spolverata di prezzemolo fresco e di bottarga.

Alessandro Ricchi



La recensione
Sarà un paese







Nicola è un trentenne laureato e con diversi master, che cerca disperatamente lavoro. Per sbarcare il lunario, fa il baby sitter del fratellino Elia, intelligente bambino di quinta elementare. Dopo l’ennesimo colloquio di lavoro deludente, Nicola decide di intraprendere col curioso Elia, un viaggio alla scoperta dell’Italia di oggi, tra i pochi pregi, tra cui l’animo umano, e i numerosi difetti, legati soprattutto alle istituzioni e al Dio Denaro. I pregi arriveranno solo alla fine di questo viaggio, ma, almeno, lo chiuderanno sul filo di una cosa chiamata speranza. Il giovane Nicola Campiotti, figlio d’arte, si cimenta per la prima volta dietro la macchina da presa. Per fortuna, non si tratta della solita commediola, non affronta adolescenti complicati, non racconta favolette. Sarà un paese è un’intelligente docu – fiction (incrocio tra documentario e finzione) che ci mostra i tanti disagi della nostra Italia. La fiction si basa sulla storia cornice di Nicole e del fratellino Elia, che seguono le false orme di Cadmo, per riscoprire a cosa corrispondano le moderne lettere del nostro vocabolario. Ogni lettera che i due incontrano, li porta alla storia di uomini e donne comuni, che affrontano ogni giorno difficoltà e tragedie legate al nostro paese in declino: quartieri multirazziali alle prese col razzismo, morti bianche, disoccupazione, emigrazione di cervelli, tragedie personali. Il tutto sullo sfondo di un’Italia che tenta di rimettersi in piedi e che, per fortuna, riesce a sopravvivere grazie a piccoli casi. Infatti, anche se nei tg non se ne parla affatto, ci sono paesi che hanno vinto lotte contro delle multinazionali straniere, che volevano solo costruire fabbriche e continuare, così, a inquinare aria e acqua; altri che riescono a costruire palazzi a km 0; altri che usano led anziché lampadine nei cimiteri, risparmiando energie e soldi; altri ancora che riescono a fare un’ottima raccolta della differenziata, partendo da una buona educazione scolastica. Campiotti dimostra di possedere già una buona padronanza della cinepresa e riesce a giostrarsi molto bene tra i suggestivi paesaggi nostrani e l’ottima fotografia di Leone Orfeo. Tutto il film gioca molto coi miti dell’antica Grecia, partendo proprio dal mito di Cadmo. Comunque, quello più preponderante, che si può scorgere tra le righe se si ascolta bene il film, è il mito greco di Pandora. Infatti, proprio come la giovane custode scoprì il suo vaso facendone fuoriuscire i cinque mali del mondo, anche Nicola ed Elia scoprono quello del Bel Paese, rivelandone le piaghe che lo affliggono da troppo tempo; per fortuna, esattamente come accadde a Pandora, i due fratelli trovano in fondo al vaso la cosa più importante, quella che potrebbe salvarci tutti: la speranza. Un film che dovrebbe essere proiettato nelle scuole e non solo per i bambini, ma anche per i loro genitori; per far capire loro che se non facciamo tutti marcia indietro, saranno proprio i loro figli a non avere un futuro. Da vedere.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!


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