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mercoledì 25 febbraio 2015

Serata tipo - In famiglia

Ci è venuta in mente questa immagine. Una famiglia (papà, mamma e figlio) che guarda un bel cartone e mangia un dolce. Vi sa troppo di réclame? Il fatto è che ci piace davvero molto l'idea che qualche famiglia felice e unita ci sia davvero. Questo pensiero confortante, nasce dalla visione del film che vi proponiamo oggi. Shaun, vita da pecora - Il film: commovente, divertente, spiritoso e adatto anche agli adulti. Ambientato in campagna (e in città), con pecore per protagoniste, abbiamo pensato di abbinarci una ricetta semplice, dai sapori genuini e "campagnola", ovvero la Torta di carote. Enjoy!

La ricetta
Torta di carote





INGREDIENTI per 8 persone:

-          4 uova;
-          150 g. di zucchero semolato;
-          150 g. di farina;
-          150 g. di mandorle;
-          300 g. di carote;
-          buccia di un limone grattata;
-          16 g. di lievito;
-          zucchero a velo, cannella: q.b.


PREPARAZIONE (40 minuti):

Tritare nel mixer le carote e le mandorle. Dividere i tuorli dagli albumi, unire ai tuorli lo zucchero, la farina, il lievito, le carote, le mandorle, la cannella, la buccia di limone e gli albumi montati a neve. Lavorare con una frusta. Mettere il composto in una tortiera con carta forno, cuocere in forno caldo a 180 ° per circa 40-45 minuti. Decorare con zucchero a velo.
Potete impiattare con glassa di cioccolato, pistacchi e mandorle tritate.
Come vino, lo Chef e Sommelier consiglia un vanto italiano, molto apprezzato all'estero: Moscato d'Asti Docg. Freschezza fruttata elegantissima!

Alessandro Ricchi


La recensione
Shaun, vita da pecora - Il film





La vita della fattoria sta iniziando a diventare noiosa. Giorno dopo giorno, il Fattore dice a Shaun e le sue amiche pecore quel che deve fare; così, Shaun architetta un piano per prendersi un giorno libero: ma si deve stare attenti a quel che si desidera! Insieme al gregge, elabora un'idea geniale: una dopo l'altra, le pecore saltano la staccionata così che il Fattore, contandole, si appisoli. Dopodiché, muovendosi silenziosamente, lo portano in una vecchia roulotte parcheggiata in un angolo del campo ricreando tutte le condizioni tipiche della notte. Quando il cane Bitzer le scopre, ormai è tutto fatto; cercano quindi di riportare il Fattore fuori dalla roulotte che, a quel punto, inizia a muoversi dirigendosi precipitosamente verso la strada, con il Fattore avvolto in un sonno profondo ancora al suo interno. Bitzer si scaglia all'inseguimento della roulotte, che punta dritta verso la Grande Città. Shaun e il gregge rimangono alla fattoria, ma il caos prende il sopravvento...
Quando saper far ridere, bambini e adulti, è un’arte. Shaun, vita da pecora – Il film è un lungometraggio firmato dal duo Mark Burton - Richard Starzack e che si basa sul cartone omonimo per la televisione, di co – produzione anglo-francese. A differenza di altri film d’animazione che prendono spunto dal piccolo schermo, qui non si tratta di una puntata allungata, o peggio, di più puntate unite assieme; i registi hanno realizzato un film a sé stante, con tanto di tre atti canonici della sceneggiatura. Questo è un ottimo pregio, nonché una base notevole su cui poggiare questa deliziosa storia. Perché Shaun è divertente, fa ridere di gusto, fa commuovere e lascia anche qualche riflessione sulla vita. Infatti, quello che il cartone vuole trasmetterci, è: davvero siamo infelici? Solo nel momento in cui perdiamo qualcosa, o qualcuno, ci rendiamo conto di quanto ci teniamo? Il fatto che Shaun & company capiscano troppo tardi che la loro routine non è poi così male come credano, è solo la trasposizione di ciò che accade a tanti uomini e donne; in troppi si accorgono molto tardi che la vita condotta ogni giorno, persino la monotonia, è ciò che hanno di più bello e solo dopo che cambiano le cose, ne capiscono il significato. Per la serie: se si avvera ciò che desideri, potresti non essere così felice come credi. Oppure: comprendi che ami tanto una persona, quando ormai non c’è più. Queste perle vengono snocciolate con maestria e vengono accompagnate da personaggi caratterizzati a dovere: carismatico Shaun, il Fattore, il cane Bitzer, le pecore Hazel e Nuts, la grassa Shirley, il dolcissimo e piccolo Timmy e la sua mamma con i rolli in testa e la randagia Slip. Realizzati in claymation, ovvero in plastilina filmato in stop-motion, questi personaggi sono espressivi e loquaci, grazie ai loro immensi occhi e la bocca enorme. E pensare che nessuno di loro parla. Perché il pregio maggiore, la vera bellezza del film, è proprio questa: in realtà è un film muto. O meglio; c’è colonna sonora, ci sono i rumori e le risate, come anche i pianti, ma nessuno dice una parola. Neanche gli esseri umani. Noi capiamo tutto ciò che accade, che provano e pensano i personaggi, attraverso azioni e immagini, proprio com’era il cinema ai suoi esordi. Paradossalmente è proprio Shaun, un film in teoria per soli bambini, ad avere una sceneggiatura impeccabile e a essere cinema con la c maiuscola. Tante le citazioni cinematografiche: Le ali della libertà, Il silenzio degli innocenti, Terminator e altre ancora che accompagnano la visione del film e i spassosi titoli di coda, che vi invitiamo a vedere per intero. Un film riuscito e ben realizzato; un livello che tante pellicole italiane con attori in carne e ossa si sognano. Chapeau.

Elena Mandolini

Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


giovedì 12 febbraio 2015

Serata tipo - Love is in the air

Non è detto che si debba festeggiare l'amore solo nel giorno di San Valentino e contribuire al business di grandi industrie dolciarie. Possiamo festeggiarlo ogni singolo attimo, con una carezza, uno sguardo, una cena a sorpresa. Proprio per questo, abbiamo deciso di dedicare questo post a tutti gli innamorati (che siate una coppia, padre e figlio, madre e figlia, nonni, padroni con i propri amici a quattro zampe, migliori amici dai tempi delle elementari) che vogliono stupire e regalare una serata speciale all'oggetto dei propri desideri. Alessandro ha ideato questo piatto appetitoso: Pappardelle con broccolo, gamberoni e pecorino. Ovviamente, c'è un ingrediente afrodisiaco... Indovinate qual'è! ^_^  Sempre andando contro corrente e contro certi film scontati da vedere il 14, vi proponiamo un classico fantasy con tanto di David Bowie tra le fila degli attori. Stiamo parlando di Labyrinth - Dove tutto è possibile. Concedeteci, ora, di fare una piccola digressione... Lodi lodi lodi! Alessandro è diventato Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier!!! Proprio per questo, da oggi in poi, troverete anche un vino abbinato alla ricetta da lui scelta. Non potete non seguirci! Auguri a chiunque provi amore!!!!! 


La ricetta
Pappardelle con broccolo, gamberi e pecorino





INGREDIENTI per 2 persone:

-          5 nidi di pappardelle;
-          4 pomodorini ciliegino;
-          400 g. di gamberoni;
-          300 g. c.a. di broccolo romanesco;
-          1 manciata abbondante di scaglie di Pecorino Romano;
-          1 spicchio d’aglio;
-          1 peperoncino;
-          succo di un limone;
-          olio evo, sale, prezzemolo tritato: q.b.


PREPARAZIONE (20 minuti):

Pulire il broccolo, tagliare le cime, lavarle e cuocerle al vapore per 5 minuti circa. In una padella soffriggere le teste dei gamberoni, precedentemente puliti, con il peperoncino e lo spicchio d’aglio tagliato a metà e privato dell’anima. Schiacciare le teste di tanto in tanto con una forchetta. Sfumare con il succo di limone, togliere le teste e aggiungere i pomodorini tagliati in quattro. Farli appassire, aggiungere i broccoli. Schiacciarli con una forchetta onde creare una salsa, aggiustare di sale. Aggiungere i gamberoni divisi a metà, cuocere per 2 minuti.
Cuocere in abbondante acqua salata la pasta, scolarla al dente e saltarla nella padella con la salsa.
Impiattare con una spolverata di prezzemolo fresco e le scaglie di Pecorino.
Come vino, lo Chef e Sommelier consiglia uno tra i più grandi spumanti italiani: Franciacorta Brut DOCG Saten. Brindate con queste eleganti bollicine, perfetto coronamento di una serata emozionante!

Alessandro Ricchi



La recensione
Labyrinth - Dove tutto è possibile





Un’avventura fantasy, un percorso di crescita e puro divertimento. Stiamo parlando di Labyrinth – Dove tutto è possibile film del 1986 diretto da Jim Henson, che è stato tra i più famosi burattinai de I Mupetts. Non a caso, in questa avventura, di pupazzi ve ne sono in grande quantità. La storia racconta della quindicenne Sarah e del suo bisogno di estraniarsi dalla realtà, rifugiandosi nella fantasia. Seppur la sua matrigna sia buona, Sarah la mal sopporta e ancora meno non sopporta il piccolo fratellastro Toby. Una sera, mentre gli fa da baby - sitter, scoppia un temporale e Sarah, esasperata dai pianti del pupo, invoca il Re dei Goblin Jareth e gli chiede per far portare via Toby dai suoi scagnozzi. Quando viene realmente rapito, Sarah si ritrova a combattere contro il Re, infatuato di lei, e contro un’orda di strani mostri in un magico e intricato labirinto. Già dalla trama sono evidenti alcuni spunti presi da altre fiabe e romanzi fantastici, come Il mago di Oz e, ovviamente, Alice nel paese delle meraviglie. Dorothy, Alice e Sarah hanno in comune la fuga dalla realtà attraverso la propria fervida immaginazione; tra loro tre c’è chi compie questo passo per necessità e chi viene costretta dalle forze della natura. Nel film mondo reale è un luogo ostile per la protagonista a cui sfugge con la fantasia e attraverso i suoi libri. Il sogno fisico diventa il tramite con cui Sarah compie il viaggio (come anche accade ad Alice e Dorothy) e che diventa non solo un cammino per salvare Toby, ma anche se stessa. Infatti si nota una notevole differenza caratteriale di Sarah tra l’inizio e la fine del film. Il tema della ricerca, sempre presente nei fantasy, qui viene visto come un fattore di crescita e maturazione. Inizialmente, la protagonista è vanitosa, egoista, egocentrica e odia la sua matrigna per il solo piacere di farlo, al contrario della nuova moglie del padre che tenta sinceramente di creare un contatto con lei. Nel corso del viaggio Sarah affronta delle prove, compie atti nobili e trova alleati con cui condividere il viaggio; tutto questo la porterà alla conclusione del film con uno spiccato senso di responsabilità, amore fraterno e sicurezza di se stessa, seppur conservando la purezza che aveva dentro fin dall’inizio. Infatti, il Re dei Goblin Jareth è il simbolo del Male inteso come seduzione e non a caso viene interpretato da una delle icone più sensuali ed affascinanti dell’epoca: la rock star David Bowie. Tra le scene più riuscite del film, c’è quella del ballo in cui Jareth tenta di sedurre Sarah, per convincerla a rimanere nel suo Regno. Sarah è alle strette e all’inizio sembra quasi cedere al corteggiamento del Re, ma alla fine, questo nuovo senso di maturità e il bisogno ritrovato di proteggere Toby le faranno compiere la giusta scelta. Accanto a David Bowie, il cui personaggio di Jareth gli sembra cucito addosso, c’è Jennifer Connelly, che già si era fatta notare in Phenomena di Dario Argento. Nonostante la giovane età, la Connelly dimostra di possedere ottimi doti attoriali, tant’è che dopo Labyrinth comincerà la sua carriera in ascesa che la porterà fino all’Oscar per A beatiful mind, come miglior attrice non protagonista. La colonna sonora contiene sia le ottime canzoni strumentali del compositore Trevor Jones e, ovviamente, cinque canzoni di David Bowie, tra cui è rimasta memorabile Magic Dance. Per la realizzazione della sequenza in cui Bowie canta la canzone nelle vesti del Re, è stato proprio la rock star a fare i piccoli versi del bambino in post – produzione, in quanto il piccolo interprete di Toby rimase muto per tutta la scena. Un piccolo aneddoto finale: le coreografie dei pupazzi, sono state ideate da Gates McFadden, che successivamente interpreterà la Dottoressa Cusher in Star Trek: The next generation. Labyrinth – Dove tutto è possibile, resta una pietra miliare della cinematografia fantasy che i fan di genere non possono lasciarsi sfuggire, come anche gli amanti della Fantasia con al effe maiuscola. Davvero imperdibile!

Elena Mandolini

Buone pappe e buon film!

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